Sei stata tu a pretendere che ti gettassi via...

Sei stata tu a pretendere che ti gettassi via

Sei stata tu a pretendere che ti gettassi via… E adesso, cosa vuoi? Non ti sei ancora resa conto che mi hai perso e lo hai fatto volontariamente?

Sei stata tu a pretendere che ti gettassi via… E ora cosa vuoi?

Questa sera ho fatto quello che avrei dovuto fare da troppo tempo: ho tolto le ultime tue tracce rimaste in casa. Via la copertina che mettevi addosso quando sentivi freddo, via tutto quanto, via la colomba di Pasqua che avevi comprato tu, ormai scaduta da due mesi. Via tutto. Mentre mi dirigevo verso il cassonetto, c’era uno strano tepore di scirocco, il cielo era sereno, la luna era piena e c’erano mille stelle azzurre, e una che brillava di più, che sembrava essere color lilla, il tuo colore preferito. E’ stato come un presagio: quel sereno sembra volermi indicare qualcosa, non so che cosa.

Ma ora sto male. Sto male che non so spiegarti come: mi sento come se mi fossi strappato il cuore dal petto a mani nude e senza anestesia, come se mi fossi strappato una parte di corpo, e se ci pensi è vero… A conti fatti, mi sono strappato via una parte che non tornerà mai più, e sento che niente sarà più uguale. Niente, mai più. Ma andava fatto, anche perché sono certo che tu non hai più nulla che ti ricolleghi a me, e chissà da quanto hai già fatto fuori tutto quello che mi apparteneva: per me è un deja vu. Mi è già capitato che una persona che ha condiviso anni, con me, mi abbandonasse a ridosso del suo trasloco. Vi piace vincere facile, lo so: d’altronde, è meraviglioso ritrovarsi in una casa nuova, dove tutto è diverso, dove non c’è più niente di quello che hai lasciato, dove tutto il mondo che hai intorno è nuovo, all’interno di una nuova zona, di nuove strade, di nuovi panorami dalla finestra. Lo so che vi piace vincere facile: è troppo semplice, così, non avere tracce di me… Anzi, ora che ci penso non mi hai mai permesso di lasciare tracce di me in casa tua, come anche solo un regalo, una scritta, un bigliettino… Quindi, per te è facile due volte: per me è rivivere un dolore che tu sapevi essere esistito, e che non hai esitato a ripetere. Per te è facile: per me che vivo qui, dove hai vissuto anche tu, in quei luoghi che dicevi essere “anche casa tua”, per poi rinnegare quelle tue stesse parole sputandomi in faccia tutta la tua cattiveria ed irriconoscenza, urlandomi che quella non sarebbe mai stata casa tua, ti assicuro, non è affatto semplice. Ma che ne puoi capire, giustamente tu, che vivi nel tuo mondo fatato dove non c’è nulla di cui doversi preoccupare, dove puoi vivere serenamente e strafottendotene di tutto, tanto non ci sono responsabilità, tanto non c’è nemmeno il dolore dell’abbandono. Alla fine, ti basta soltanto avere i tuoi quattro soldi di illusione, portare avanti quelle quattro cose che tanto ami, e sei felice.

Io no: io ho bisogno di creare una famiglia che porta il mio cognome, ho bisogno di una donna accanto che sappia amarmi, e non che mi sputi in faccia tutta la cattiveria. Ho bisogno di una donna che mi sia riconoscente per quello che le dono, e non che mi sbatta in faccia che per lei è tutto inutile. Ho bisogno di una donna accanto che si renda conto di quanto io stia facendo per lei, di una donna accanto che vuole passeggiare di notte, sotto la luna piena, ma vuole anche stare a casa sul divano, a guardare la TV con il plaid addosso! Ho bisogno di una donna accanto che abbia voglia di stare con me per sempre, che abbia voglia di coltivare il senso di famiglia insieme a me, che voglia dei bambini, che voglia amarmi, e che abbia la maturità di parlarmi sempre, e non abbandonarmi per stupide cretinate e per discussioni affatto gravi. VOGLIO una donna accanto che DIALOGHI con me, e non pretenda che io le legga in mente trincerandosi nel silenzio! Voglio una donna accanto che conosca il valore del nostro sentimento, che non metta MAI in atto il silenzio punitivo, come hai fatto tu con me, riaprendo le ferite del mio passato che tanto avevi criticato verso quella gente che si è comportata come ti sei comportata tu… Voglio una donna accanto che mi permetta di abbandonare le mie difese, di deporre le mie armi e la mia armatura, sapendo che posso fidarmi del suo abbraccio, sapendo che posso abbassare ogni mia singola difesa, come i gatti che ti mostrano la pancia per farsela accarezzare. Ho bisogno di avere una donna accanto di cui SO di potermi fidare, con cui SO di poter abbassare le mie difese senza paura di essere accoltellato a tradimento come Giulio Cesare! Ho bisogno di una donna accanto che ABBIA VOGLIA DI STARE CON ME OGNI GIORNO, e non mi venga a dire che “non possiamo mica vederci ogni giorno, ma scherziamo?” Ho bisogno di una donna accanto che mi reputi UNA PRIORITA, e non una scappatoia! Ho bisogno di una donna accanto che vuole vedere la TV insieme a me, e non che mi dica “oggi non ci vediamo… Preferisco stare a casa a vedermi qualche serie su Netflix!” Ho bisogno di una donna accanto che mi rispetti, che MI VENGA INCONTRO e di cui SO DI POTERMI FIDARE SENZA ESSERE GIUDICATO, come hai fatto tu, che non hai avuto pietà nemmeno del mio dolore fisico, pretendendo che venissi da te anche con due mesi di stampelle addosso! Ho bisogno di una donna accanto su cui posso fare affidamento, a cui posso dire “perdonami, non riesco a venire… Puoi venire tu?” senza sentirmi giudicato, senza sentirmi errato come tu hai fatto sentire errato e sbagliato me! Ho bisogno di una donna accanto che mi venga incontro, che accetti ciò che io posso fare per lei, che apprezzi i miei sforzi ed i miei sacrifici, anche quelle volte in cui cerco soluzioni e, in una maniera o in un’altra, le trovo! Ho bisogno di una donna accanto che non mi faccia sentire una merda se le chiedo di guidare al posto mio, che non mi umili e non mi distrugga come tu hai fatto con me, senza nessuna pietà, senza nessun rispetto per l’amore che ti ho donato, per tutto quel futuro che volevo insieme a te. VOGLIO una donna accanto che mi sia amica, donna, confidente, amante, che RISPETTI i miei amici, che per me sono come fratelli, che voglia passare meravigliose serate insieme a giocare, a ridere, a mangiare, a scherzare, a divertirci. Tutto quello che io ti ho fatto con tutta la mia anima, ma che a te non è mai interessato avere, perché quello che facevo per te non era mai abbastanza, ed era sempre il momento giusto per farmi sentire una merda, per farmi sentire sbagliato, per ricordarmi che non andavo bene. E più ti amavo, e più tu non avevi voglia di vivere il mio stesso amore: non mi hai nemmeno guardato negli occhi quando te ne sei andata via per ben due volte, uscendo e tornando dal mio cuore come ti è parso. Ma la colpa è stata decisamente mia: avrei dovuto urlarti il mio NO, avrei dovuto farti sentire il freddo del dolore che mi hai scagliato addosso, senza pietà nemmeno di fronte alle mie lacrime, ai miei messaggi in cui ti imploravo di non trattarmi così. Tu, che mi hai umiliato pressandomi per risolvere un difetto fisico che mi sono ritrovato a causa di un incidente, “perché avrei rovinato la tua immagine”. Tu, che non hai avuto pietà per le mie lacrime, per il male che hai fatto a chi ti ha voluto bene, a chi ti ha sempre trattato come fossi oro, a chi ha sempre provato enorme bene per te.

Io voglio accanto una donna, semplicemente. UNA DONNA VERA. Non una persona che pretende e non da, una persona per la quale vale soltanto il proprio punto di vista e le mie necessità: una donna che non si preoccupa nemmeno di sapere che fine io abbia fatto non presentandomi ad un appuntamento a causa di un problema reale e concreto. Avrei anche potuto essere investito, poteva essermi accaduta la qualsiasi cosa, e non hai nemmeno proferito parola, nemmeno alzato il telefono per chiedere “che è successo? Stai male? Sei vivo o sei morto?” Anzi, una cosa avete saputo dirmela: che dovevo vergognarmi per non aver preso nemmeno un taxi o un car sharing nonostante fossi con le stampelle.

Mi sento in colpa per aver tolto di mezzo le ultime tue tracce, ma quel tempore, quel cielo sereno, quelle stelle, non possono essere state li per caso: voglio vederci un chiaro segno del destino. Voglio credere che Dio si sia accorto di tutto il male che mi hai fatto, di tutto il male che ho subito, di tutte le lacrime che ho versato da Maggio fino a questo momento, quando continuavo ad urlare il tuo nome e continuavo a telefonarti, e tu con grande nonchalance ignoravi messaggi e chiamate mettendo il silenzioso, e nessuno poteva dirti niente perché andavi sempre giustificata, “perché tu ragioni così”. Che coglione sono stato: ho perso due settimane della tua vita per scriverti una canzone, arrangiarla, scrivere il testo. Ed era tua, era per te, parlava di te: avrei voluto portarti in alto, avrei voluto volare alto insieme a te. E non ti rendi conto che MI HAI PERSO, E LO HAI VOLUTO TU.

Spero solo che la tua spocchia e la tua falsa sicurezza duri tanto da non farti mai abbassare la maschera dell’illusione: un giorno, troppo tardi, ti renderai conto di quanto amore hai gettato nel fuoco, di quanta vita avrei potuto e voluto darti, di quanto bene sincero scorreva in me quando soltanto ti pensavo. E capirai quanto amore hai sprecato, quanta vita hai gettato via senza nessun rispetto. Senza nessuna speranza. Io resterò a piangere ancora per un po’, ancora per qualche periodo, mentre tu sei felice e contenta a voltare le spalle alle macerie che hai lasciato, alla pozza di lacrime in cui mi hai buttato andandotene via senza nemmeno voltarti a tendermi una mano: non è detto, però, che qualche ragazza, più di una ragazza, leggendo queste righe, non si renda conto della persona che sono. Che ne sai: magari legge proprio una ragazza che ha pressappoco la mia età, che abita dalle mie parti, e tutto questo è successo proprio grazie a ciò che TU hai voluto, ovvero perdermi per sempre.

Sappi, però che un giorno ti sveglierai, e ti mancherò da spaccarti in due, ma nessuna tua lacrima saprà riportarmi indietro, perché il mio cuore sarà già diventato arido al tuo nome che, ancora adesso, mi riempie il viso di ricordi che scendono giù sotto forma di lacrime che rigano il mio volto. Ma mi passerà, e passerai anche tu: per una volta nella vita, potrai dire di aver vinto. SEI RIUSCITA A SPRECARE UN AMORE IMMENSO CHE ERA SOLO TUO. Hai vinto. Adesso festeggia la tua solitudine, perché solo quella ti rimane, anche se non te ne rendi conto.

Non è più un problema mio.

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