Sento addosso tutto il rumore del silenzio

Sento addosso tutto il rumore del silenzio

Sento addosso tutto il rumore del silenzio. E fa male, fa malissimo: senti addosso il peso di silenzi troppo grandi, a volte, da portare dentro di te…

Sento addosso tutto il rumore del silenzio. E so soltanto io quanto male fa…

Lo sento addosso tutto il rumore che fa il silenzio: questa sera ero da solo, per la strada, e sentivo maledettamente freddo. Il cielo era limpido solo per metà, e dall’altra parte era pieno di nubi leggere ma cariche di pioggia. Ad un certo punto, un tratto di strada è diventato buio, non illuminato: scorrendo Instagram ho ritrovato “The sound of Silence“, e mi sono reso conto che era perfetta in quel preciso istante. Per un momento, ho sentito come se tutto fosse al posto giusto: la musica, il vuoto, il buio, il freddo, la solitudine. E ho sentito le lacrime scendere da sole. Non ho nemmeno riflettuto di essere per strada, ma figurati se qualcuno potesse mai rendersi conto di me, delle lacrime, del mio dolore…

Qualcosa mi ha fatto del male, ed è stato proprio il suono del silenzio, il suo maledetto rumore che mi trapassa da ogni parte possibile: ho pianto ricordando quando, quella strada, non la facevo da solo, e c’era sempre il cellulare a fare da cornice musicale ai nostri passi. Sempre. Ed era magico. Ed era speciale. Ricordo che tante volte ascoltavamo “La sera dei Miracoli“, di Lucio Dalla, e sembrava essere perfetta per quella che credevo essere un sogno d’amore condiviso, in cui non fossi soltanto io a credere, in cui l’impegno era reale davvero, davvero costruito insieme, come le speranze, come i sogni da coltivare.

Poi, invece, tutto è stato distrutto. Volontariamente e senza nessuna pietà, senza nessuna remora, senza nessuna riflessione. Tutto in frantumi, tutto in pezzi senza neppure rendersi conto del male che potesse fare uccidere quel sogno, uccidere quella speranza così bella, quel tempo meraviglioso da poter vivere insieme. E se penso che di tutto quel sogno non è rimasto niente, mi sembra ancora di stringere una mano. Ma poi mi guardo, osservo, e mi rendo conto che tra le mani ho solamente il vuoto. E questo silenzio che urla la sua presenza.

Questo silenzio che urla dentro il mio dolore.

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