Si fa troppo presto a parlare di "piangersi addosso"...

Si fa troppo presto a parlare di piangersi addosso

Si fa troppo presto a parlare di “piangersi addosso”… Si fa davvero presto, e spesse volte si parla davvero a sproposito. E vi spiego perché.

Si fa troppo presto a parlare di “piangersi addosso”… Si parla troppo e a sproposito. Ecco perché.

Fanno tutti troppo presto, superficialmente e banalmente, a parlare di “piangersi addosso”: la gente non si rende conto del male che certi eventi fanno, del male che fa riuscire a capire le cose che hai vissuto, e vivere, ogni giorno, una realtà monca, distorta, distrutta da tutto quello che era una vita fa, con un equilibrio che viene fracassato in mille pezzi senza nessun rispetto, senza nessuna delicatezza verso una qualsiasi persona…

Si fa troppo presto a dire “ti piangi addosso” se, prima, non si provano sulla propria pelle le sensazioni di distruzione, di tristezza, di ansia, di paura, di vuoto che certi momenti portano con se: siamo tutti troppo bravi a criticare, a dare consigli, a sentirci “guru” di questa gran ceppa, quando in realtà siamo soltanto di fronte a persone totalmente egoiste ed egocentriche, che si arrogano il diritto di decidere per la vita di due persone, di decidere del male e della sofferenza altrui, facendo soprattutto leva su quello che sanno fare male, su quello che sanno può davvero frantumare in milioni di pezzi una persona. Per chi ha subito l’abbandono nella propria vita, ritrovarsi a vivere quelle stesse, medesime, identiche dinamiche, è deleterio, e ancora di più è vergognoso, è senza senso e senza rispetto vedere che qualcuno possa usare le tue ferite per farti del male, che qualcuno possa usare i tuoi segni, le tue cicatrici, per riaprire quegli strappi e farli sanguinare. Solo persone meschine fanno così, solo persone senza coraggio ed immature fanno così, solo persone egoiste fanno così.

Non potete parlare se prima non sapete cosa significa aver provato l’abbandono e vedere che hai avuto a che fare con persone consapevoli del tuo dolore, consapevoli del male che ti avrebbero fatto, e che ti hanno, poi, effettivamente fatto del male sapendo che potevano colpirti usando proprio le tue ferite: provate ad invitare ad una mega tavolata una persona anoressica, provate a far passare sotto il naso di una persona bulimica dolci, fritture, pasta. Provateci, razza di infami e meschini che altro non siete – perché lo so che ne sareste capaci! -. E’ la stessa, medesima cosa. Cos’è? L’abbandono, che è un danno “non tangibile”, non visibile, vale meno di un problema fisico? Solo perché non lo vedi fisicamente significa che la sofferenza vale di meno?

La vita non vi ha insegnato un cazzo, e la vostra totale incapacità di riconoscere qualcuno che possa rendere d’oro il vostro vivere, che possa trattarvi come re e regine, che sarebbe sempre al vostro fianco, che non vi abbandonerebbe mai, per nessun motivo al mondo, ma, al contrario, che è pronto sempre a risolvere ogni problemi, dimostra solamente che non siete mai cresciuti, che siete soltanto una massa di amebe immature, di persone senza spina dorsale, incapaci di affrontare la vita, incapaci di reagire, incapaci di avere LE PALLE di guardare negli occhi. Sapete soltanto vincere a modo vostro: SCAPPANDO, come le bisce, scappando come i codardi. E in questa maniera, cioè scappando via, pensate di aver chiuso la partita con una vittoria: d’altronde, avete scelto per voi stessi imponendo agli altri la vostra scelta, e questo non vi rende affatto dei vincenti. Per niente. Vi rende soltanto delle persone meschine ed esecrabili, dei poveracci che non hanno capito che cosa significa vivere davvero. Forse perché non ve lo hanno insegnato, forse perché non lo avere appresso.

Forse perché, semplicemente, siete persone oscure e senza anima. E dovreste seriamente imparare a vergognarvi: non vi chiedo di redimervi, perché non sapete neppure il significato di questa parola, ma quantomeno, abbiate la buona creanza di fare mille passi indietro, e abbiate le palle, una volta nella vita, di INGINOCCHIARVI e di CHIEDERE SCUSA per tutto il male che avete fatto, per la vostra cattiveria, per i cuori che avete distrutto, per i progetti che avete frantumato.

Ma più di tutto, dovreste provare vergogna, e scusarvi, per aver usato le ferite di una persona per fargli del male. Questo è il peccato più grande che possiate commettere, e che fa di voi le persone senza anima che, alla fine, fondamentalmente siete.

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