Solidarietà, dove sei?

 

Da studioso del costume quale sono,
mi sono accorto che una delle caratteristiche principali che l’uomo ha perso dietro se negli ultimi cinquanta, sessanta anni è l’aspetto "solidale" che lo caratterizzava.
Di certo erano tempi diversi: tutti aiutavano tutti, figli della povertà e del dopoguerra, che aveva messo ogni persona allo stesso piano, senza poveri e senza ricchi. Si era tutti uguali, e tutti aiutavano il loro prossimo: non è raro, infatti, sentire nei racconti degli anziani che, molto spesso, le famiglie si riunivano anche solo con i vicini di casa. Si stava insieme e si era felici con poco: se avevi bisogno di un limone, piuttosto che di un pò di sale, la vicina ti aiutava sempre!
Altro che e mail! La prima forma di comunicazione tra vicini di casa era il "paniere": sentivi chiamare la signora del piano di sopra che ti diceva "signora, oggi ho preparato il polpettone: aspetti che le scendo una porzione!" e la signora del piano di sotto rispondeva "io ho preparato le uova sode: aspetti che le salgo il piatto!"
Oggi siamo quasi degli estranei con i nostri vicini: facciamo prima a sentirci su Facebook che ad incontrarci e parlare!
Si giocava insieme, e non si era mai soli: si era figli di una società estremamente diversa da oggi, nonostante siano passati appena sessant’anni. Giusto oggi ho visto su Rai Storia, sul Digitale Terrestre, una scena tratta da un vecchio documentario degli anni Sessanta in cui un giornalista intervistava una famiglia palermitana dell’epoca.
Il giornalista chiedeva al capofamiglia come mai, nonostante avesse nove figli, avesse ospitato in casa sua un’altra donna con un bambino: l’uomo, con i suoi occhi innocenti, ha spiegato che "la donna era un’amica di famiglia, conosciuta ai tempi della guerra, e rimasta vedova con un bambino piccolo".

Era diversa la società, erano diversi i tempi. O forse, più semplicemente, erano diversi i cuori…

10 Commenti

  1. Caro Dany, è verissimo quello che hai scritto, però ancora qualcuno si salva, cioà io e la mia padrona di casa, Lei è sola e no sa’ cucinare, non conosce niente della cucina siciliana, ed io le faccio assaporare le nostre buone ricette che trova squisite, ma la società di oggi ormai queste cose nemmeno le conosce. Saluti.

  2. la societa di oggi è qlla cresciuta ed educata dai ns genitori…. ehm ehm

    ad un certo punto dai ns nonni ke vivevano di poco sn arrivati dei figli ke volevano tutto e hanno spostato i principi da morali a materiali

    gli adolescenti ce lo dimostrano

    ciao dani

    b we

    .)

    v

  3. Ciao Daniele, è vero, rispetto al passato tanto è cambiato, in peggio ma anche in meglio. Quanto alla solidarietà credo che ognuno di noi possa ancora fare la propria parte, basta volerlo..e di buoni motivi ce ne sarebbero infiniti.

    p.s.. congratulations for milions!!!!!!!!

  4. sicuramente, direi ovviamente, siamo portati a guardare a certe epoche in bianco e nero con nostalgia e malinconia, però lasciami dire che anche la tecnologia ha degli aspetti positivi, basti pensare a quanti soldi vengono raccolti per scopi benefici grazie ai comodi sms o una telefonata, per non parlare di iniziative come trenta ore per la vita ecc. ecc. Ancora oggi credo che l’Italia possa insegnare a tutto il mondo cosa sia la solidarietà sociale

    l’episodio che hai portato come esempio è figlio di una cultura che nasceva dall’esigenza di lenire l’altrui fame o pena aspettandosi la stessa attenzione in caso di necessità. Comunque, per logiche ragioni, il buon cuore era ristretto in habitat molto localizzati.

    Prima della grande migrazione interna le piccole realtà rurali erano popolate da persone più o meno imparentate tra loro e comunque vi erano nuclei famigliari condividevano lo stesso cortile quasi per secoli

    Indipendentemente dagli aspetti semi-comici, il “Don Camillo e Peppone” del Guareschi è da considerarsi uno specchio dei tempi molto realistico, grandi nemici ma sempre pronti ad unirsi di fronte a problematiche serie, forse più che la solidarietà è questo il valore che è andato perduto nei successivi ricambi genazionali

    TADS

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