Ti rivedo in un pomeriggio di sole, e nel silenzio mi perdo, mentre guardo il tempo scorrere addosso in questo vuoto senza nessuna fine…
Ti rivedo in un pomeriggio di sole, e resto in silenzio in mezzo a questo nulla…
A volte, mi perdo nell’azzurrità di un pomeriggio di metà inverno, quando sembra che la primavera stia arrivando, e nei miei pensieri rimango in silenzio a guardare il sole che si nasconde, piano piano, dietro i palazzi, e mentre resto alla finestra, fermo, ad osservare il mondo che gira, la gente che corre, le auto che vanno via, mi sembra di rivederti in quell’azzurrità cosi strana. Ho accettato che, talvolta, la mia mente torni a te: all’inizio ero in guerra con i pensieri, con la forzatura di dover, per forza, superare, di dover, per forza, ignorare i pensieri. Adesso, semplicemente, accetto che i miei pensieri possano. talvolta, ritornare a te mentre cerco di andare avanti e fare il meglio per stare sulle mie gambe in mezzo a tutto questo dolore.
Resto in silenzio, da solo in questo vuoto, e sembro quasi diventare un tutt’uno con l’aria che mi circonda, e lascio che i pensieri mi scivolino accanto e restino a farmi compagnia. Ho accettato, in fondo, che questo sia il pegno da pagare per chi ama, per chi ama davvero, per chi sa amare concretamente e in maniera vera, per chi ha un cuore troppo grande da avere consapevolezza della propria sofferenza e del proprio dolore, ma questo sono io, ed io so amare solo e soltanto così. Non ho certo nulla di cui dovermi vergognare o da recriminarmi, anzi! Sicuramente, so che fa male amare davvero, perché quando doni il tuo amore ad una persona che, alla fine, ti dimostra di non sapere cosa farsene, ti fa capire di non conoscerne il vero valore, il dolore lo senti solamente tu, il male lo vivi soltanto tu, e ti distrugge il silenzio, ti distrugge il dolore mentre rimani inerte a cercare di capire che ne sarà di te adesso che questo tempo non ti sorride più.
E così, in questo pomeriggio azzurro, lascio che la luce riempia la stanza, lascio che il freddo dall’esterno entri a far sentire la sua presenza, e se mi cade qualche lacrima è soltanto perché la mente torna indietro rendendomi conto di quanti mesi siano passati in maniera così stupida ed inaccettabile.
T’ho dato il mio cuore e so che lo rifarei, perché – a dispetto tuo – ero sincero quando ti dicevo che nessuno m’ha amato come hai fatto tu in quel breve periodo. O come credevo avessi fatto, visto che, purtroppo, la realtà, poi, mi ha disegnato un mondo completamente diverso a cui è impossibile sfuggire. A volte mi manchi, e questo non lo posso negare: in fondo, per te è stato semplice abbandonarmi e non sentire nulla, perché è così che funziona quando vivi superficialmente un rapporto, una storia. La chiudi e non ci soffri, anche perché, alla fine, non hai impiegato ne investito nulla che riguardi il tuo cuore. Ma che cazzo te ne fai di avere un cuore se non rischi di usarlo? Se non rischi di provare belle emozioni, se non rischi anche di soffrire se è il caso, ma se corri anche il rischio di essere felice per sempre, di trovare, davvero, la parte che ti completa, la parte che cancella i silenzi, la parte che cancella i dolori più profondi?
La sola cosa che mi dispiace è il peso di quelle frasi, di quelle promesse, di tutti quei “non mi lasciare mai”, “non mi abbandonare” se, poi, sono stati detti senza valore e senza peso, senza capire l’importanza di quelle frasi. Ma la cosa più importante, sopra ogni cosa, è che io a quelle parole ci credevo davvero: fa male renderti conto di come qualcuno si sia preso gioco del tuo cuore. Questa è la cosa che ti distrugge di più.
E mentre sono fermo a scrivere e riflettere, il sole se n’è già andato. Chiudo la finestra: ormai, sono abituato a vedere andare via il sole dalla mia vita. A conti fatti, non ci faccio più nemmeno caso. Le ore si susseguono, e i giorni sono diventati mesi.
Ma resto ancora un po’ in silenzio, dentro questo vuoto…