Tu dove cazzo eri?

Tu dove cazzo eri

Tu dove cazzo eri? E’ raro che io sia così esplicito, lo so, ma spesse volte bisogna esserlo per esprimere, realmente, ciò che si ha dentro!

Tu dove cazzo eri? Abbi il coraggio di rispondermi, anche se non lo farai mai…

Non me ne frega niente di niente: non me ne frega nulla se l’algoritmo di Facebook, di Instagram o di Google bloccheranno questo post, ma una volta tanto voglio avere la pretesa di dire apertamente le cose che sento dentro, pur consapevole di quanto forte sia un titolo del genere, ma certe volte diventa fondamentale essere FORTI, dover comunicare con la massima forza possibile un concetto che merita. Perché si: ci sono delle volte in cui ti fermi e pensi tra te e te... E ti rendi conto che quando sei stato male, ma male davvero, chiunque è sparito: quando avevi più bisogno di qualcuno accanto, quando avevi più bisogno di parole, di fatti concreti, ecco che si profila il nulla.

E allora ti domandi “tu, dove cazzo eri?”

Dov’eri quando mi hai lasciato con il cuore a mille pezzi, a raccogliere i cocci e i frantumi sempre più piccoli di quello che rimaneva del mio cuore? Dov’eri quando hai usato le mie ferite, quando hai usato le mie debolezze, quando hai usato il mio cuore per colpirmi, senza alcuna pietà, la dove avresti saputo che avresti fatto più male? Dove cazzo eri quando mi hai fatto male e te ne sei andata via, voltando le spalle, senza nemmeno un briciolo di dolore, senza nemmeno un accenno di pentimento, senza nemmeno una lacrima? Eh? Dove cazzo eri? Dov’eri quando hai usato le note più nascoste e segrete che conoscevi di me, gli angoli più nascosti del mio vissuto e della mia storia, per ferirmi e farmi del male? Dov’eri quando ti cercavo in ogni angolo del mondo, quando i pomeriggi d’estate erano azzurri e tu, ancora una volta, sei scappata via a gambe levate? Dov’eri quando non hai nemmeno avuto il coraggio di guardarmi negli occhi, preferendo la codardia dell’abbandono alla maturità del confronto? Dov’eri quando promettevi amore, quando dicevi che “era la storia più importante che avessi mai vissuto”, quando dicevi che “per te ero tutto”, quando inventavi l’ennesima, stupida bugia?

Dove cazzo eri quando avevo bisogno di te, quando piangevo la tua assenza, quando hai sempre avuto una pietra al posto del cuore e la notte al posto dell’anima? Dov’eri quando avresti dovuto essere al mio fianco? Dov’eri quando non hai mai voluto fare i conti con la realtà da cui scappi da una vita? Dove cazzo eri, dove cazzo sei mai stata? Te lo dico io: eri nel tuo mondo fatato, dove vivono solamente le tue regole, dove vige soltanto la tua Legge, dove le cose si fanno solo e soltanto come dici tu, e chiunque tenti di riportarti alla realtà, di fatto, viene tagliato e troncato fuori. Ma è troppo facile distruggere il cuore della gente e poi lavarsene le mani. E’ fin troppo semplice.

E spero solo che arrivi un giorno in cui sarà la tua coscienza – sempre ammesso che ci sia – a darti conto di tutto il male che hai fatto ad una persona che, a conti fatti, ha avuto soltanto la colpa di volerti amare. Sbagliando, ancora una volta. Perché dare amore a chi è cieco nell’anima è solo l’ennesimo modo di farsi del male. Ed io non l’ho mai meritato. Come non lo meritavano tutte le persone a cui hai fatto volontariamente, coscientemente, del male. Me per primo. Ma ho capito che la gente come te, purtroppo, è incapace di rendersi conto del male fatto agli altri, semplicemente perché da per scontato ed assodato che si possa fare solo e soltanto come dice lei, e non esistono altre possibilità accettate. E bada bene: io non sono arrabbiato, io non ho rabbia. Sono solamente deluso dal non essermi reso conto di chi davvero eri. E di non averlo fatto molto tempo fa, quando, probabilmente, non avrei sofferto tutto quello che mi hai fatto passare.

E’ il peso da pagare per avere un cuore che sa amare davvero.

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