L'ultimo ricordo di te

Ultimo ricordo di te

L’ultimo ricordo di te, perduto tra le storie ma vivido, presente, come se fosse accaduto ieri, mentre il tempo che passa non riesce a cancellarti…

L’ultimo ricordo di te, in mezzo a tutto questo dolore…

Io non ho mai cancellato le nostre storie, le nostre foto, i nostri messaggi, la nostra suoneria sul cellulare, il tuo numero di telefono che non sono mai riuscito ad imparare a memoria… No, non l’ho fatto. Qualche volta, quando mi assale la malinconia, soprattutto e specialmente la notte, trascorro venti, trenta minuti a riguardare le nostre storie, e mi rendo conto che rido come uno stupido, o che piango nel silenzio e nel buio di notti che, qualche volta, tornano a farmi male. Tra le altre cose, gran parte di quei ricordi me li hai strappati via, perché tutte le storie che avevi fatto tu, ormai, non esistono più, e questo, certe volte, mi fa male anche peggio…

No: io non mi volto dall’altra parte o faccio finta di non sentire, talvolta, del dolore, ne tantomeno mi serve farmi vedere forte a tutti i costi ostentando una sicurezza e una forza che, certe volte, non ho. Io sono umano, un essere umano con sogni infranti, cuore spezzato e cuore grande, e vado fiero di ciò che sono e di quello che porto avanti con estrema difficoltà e tristezza, a volte, ma sempre nell’ottica del mio cuore così immenso e pieno di amore!

E così, stanotte ho rivisto l’ultimo ricordo che ho di te, e la mia mente è tornata a quel sabato sera, quando andammo in quel paese qui vicino, dove, nonostante fosse agosto, faceva già fresco: ti ricordo sorridente, mentre ci baciavamo sotto la luna, e non avrei mai potuto pensare che soltanto pochi giorni dopo tu potessi decidere di distruggerci così. E’ una cosa che non riesce proprio a scendermi. Ricordo, soprattutto, l’automobile posteggiata sotto quell’albero e una luna stupenda sopra i palazzi, e noi due che ci baciavamo seduti su quelle panchine a ridosso del mare: sentivi freddo ed io ti diedi la mia felpa, e ti sentisti subito meglio. Poi girammo, in piena notte, quel paese così silenzioso, e tra le strade deserte c’eravamo soltanto io e te, mano nella mano. Non te l’ho mai detto, ma un’esperienza così non l’avevo mai e poi mai vissuta nella mia vita, e credevo che quella fosse la vita che avremmo coltivato come si coltivano i fiori, con lo stesso amore e dedizione con cui si fa crescere un bambino: soprattutto, credevo alla tua sincerità quando mi dicevi che per te “ero tutto”, e non avresti mai più voluto andare via.

Ma è storia vecchia, e i dubbi, le cose non dette, sono rimaste esattamente dove le hai lasciate, dove non hai più avuto il coraggio di prenderle e raccoglierle, morti, esangui in terra in mezzo alle mie lacrime e al dolore di tante notti, di qualche notte che ancora ritorna e mi fa perdere tra le lacrime e il silenzio. Un silenzio troppo grande da superare, immenso nel male che mi fa, come fa male l’indifferenza con cui mi hai voltato le spalle, con cui hai voltato le spalle ai nostri sentimenti e hai deciso di credere soltanto alla verità che ti sei voluta costruire, senza che nessuno sia mai venuto da me a domandarmi io come stessi, io cosa provassi, io cosa sentissi in mezzo a quel dolore.

E’ facile così: ad un certo momento ci auto convinciamo di una verità che ci siamo costruiti e la usiamo come scudo per abbandonare, “tanto è questa la verità“. E’ come se, domani, io entrassi a comprare una Ferrari convinto di essere un milionario, “tanto, questa è la verità”. Si, mi sono auto convinto, ma la verità, quella vera, è tutta un’altra. E lo stesso vale per noi: te ne sei andata via facendoti forza con una scusa che ti sei inventata da sola – senza neppure avere il coraggio di venire da me e guardarmi negli occhi – aiutata da altri che ti hanno aiutato a credere che quella fosse la vera unica ed assoluta. Ma sai perché non hai proprio avuto il coraggio di guardarmi in faccia? Perché sapevi benissimo che stavi mentendo a te stessa trovando una scusa per auto convincerti. Ed è per questo che sei scappata via: non hai avuto il coraggio di voltarti perché sapevi che avevo ed ho ragione, perché sapevi e sai che sto dicendo la verità.

Ma ricordati che laddove puoi ingannare la tua testa, la tua ragione, non riuscirai mai ad ingannare il tuo cuore. Non ci riuscirai tu ne mai ci riuscirà nessuno: scappa pure quanto vuoi dalla verità e dalla tua mente, ma dal tuo cuore non potrai mai fuggire. E non potrai mai scappare via da tutto quel bene e da tutto quell’amore che io avevo per te. No, non potrai. Hai deciso di cucirti addosso mille scuse e mille bugie, preferendo anche stare male piuttosto che ammettendo di aver fatto una cazzata, pur consapevole che la mia porta è sempre stata aperta per te, e sempre lo sarà, perché io – al contrario tuo, e lo posso dire davvero forte! – non riesco a provare rancore ed odio verso nessuno, men che meno verso di te che mi hai fatto così tanto male che non meritavo. Perché, si: fa male dirlo e fa male guardare in faccia la realtà, ma io non meritavo tutto quello che mi hai fatto. Ma nonostante tutto, io non ho mai smesso di essere sempre aperto al dialogo e al confronto, ottenendo soltanto una stupida fuga a gambe levate e per ben due volte. Se poi, a tutto questo, aggiungiamo anche la cattiveria di chi ha gioito del mio dolore e del nostro addio, il quadro è completo. Anche a costoro, io non auguro niente. Sarà la vita a chiedere loro il conto della loro cattiveria e del male che mi hanno fatto. Anzi, che CI hanno fatto: non credere a chi ti dice “eh, ma lo faccio per tutelarti”, “eh, ma lo faccio perché è giusto così”. Nel profondo del tuo cuore, sai benissimo che le parole che mi hai sempre detto non possono essere bugie, ed io non ci credo e non ci crederò ne ora e ne mai.

Quando mi dicevi che ero io la tua storia più importante, che le sensazioni provate con me non le hai provate, mai, con nessun’altra persona, non potevi dire una bugia, ed io i tuoi occhi me li ricordo bene, esattamente come le tue mani. E sono sicuro che non fosse una bugia. Allora per quale cazzo di motivo hai preferito mentire scappando da te stessa? Tutto quello che abbiamo visto e vissuto con i nostri occhi, quello che abbiamo provato e che sappiamo solo e soltanto noi, le cose che ci univano, non possono essere state false. Ed io lo so che, dentro di te, per quanto tu possa fingere ed ostentare sicurezza e gioia, tu non sei felice. Perché si. Ho la pretesa di dire una cosa che darà fastidio a molti: io ti conosco. Io ti conosco bene, ti conosco tanto da capire anche le cose che non dici. E mi fa male vedere come hai preferito annullare te stessa in nome di una bugia che ti fa comodo raccontarti piuttosto che ammettere che nessuno ti ha mai amato come ho fatto io: e per una cazzo di volta, GUARDAMI NEGLI OCCHI e abbi il coraggio di urlarmi che ho torto. Abbi il coraggio di dimostrarmelo. Abbi il coraggio di guardare quello che hai distrutto così stupidamente.

E’ troppo semplice dire che sei “cattiva” quando c’è tanto e troppo di più. Ed è per questo che non provo rancore, non ci riesco. Mi dicono che dovrei addirittura odiarti, che dovrei detestarti, e non ci riesco e non ci riuscirò. Piuttosto, provo dolore, questo si. Dolore nel vedere come tu non abbia voluto riconoscere il valore di tutto quello che ci ha unito. Che era immensamente grande ed era solo e soltanto per te. Ed io non crederò mai all’esteriorità di quello che pretendi di dimostrare. Perché la sera, quando vai a dormire, e togli la maschera di un sorriso forzato, ti resta il vuoto che hai stupidamente creato tu. E quando stringi le mani, ti accorgi che non è rimasto più niente. E non hai vinto niente. Hai soltanto perso il mio cuore che ti amava e voleva solamente proteggerti. E nonostante tutto, in notti come queste, manchi e questo vuoto fa male. Fa male perché non doveva essere questo il finale, specialmente quando mi rendo conto che non ha un senso e non è giustificato da nulla che possa dare una spiegazione sensata a tutto questo. Lo avrei accettato se fosse accaduto qualcosa di immensamente grave. Ma per superficialità e mancanza di riflessione vera, mi dispiace ma NO. Non posso accettarlo. Non ha un senso e non lo avrà mai.

E adesso guardami negli occhi e dimmi che sei felice. Se hai questo coraggio.

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