Una mancanza

Una mancanza

Una mancanza, che ti prende all’improvviso e che sembra stritolarti nella turbolenta spire dei ricordi…

Una mancanza che ti prende all’improvviso, senza avvisarti, come, d’altronde, accade sempre per ogni tipo di mancanza, per ogni tipo di improvviso vuoto che ti prende con se quando proprio non te l’aspetti. In un solo istante ti ritrovi catapultato in un mondo parallelo fatto di ricordi, di immagini, di momenti che hai già vissuto, e che ti ritrovi a rivedere con la mente senza che tu ti renda obiettivamente conto del fatto che ti ci sei perso dentro…

Eppure, le mancanze sono così, sono fendenti che arrivano quando non te l’aspetti e che sono capaci di ferirti e farti anche molto male, soprattutto se non sei pronto ad alzare la difesa della reazione e  soprattutto se non sei in grado di assecondare quello stesso dolore, quello stesso male che possono farti e che possono riservati se non conosci bene il tipo di situazione che devi affrontare.

Non è un caso, lo ripeto, che la maggior parte delle mancanze si fa sentire quando siamo maggiormente deboli ed indifesi, quando siamo in silenzio, quando restiamo ad osservare dentro di noi, e, silenziosamente, abbassiamo le barricate e le autodifese che ci siamo costruiti come una corazza contro il dolore e contro altri fendenti che la vita non ci ha mai risparmiato.

Ecco, è proprio quello il preciso istante in cui il dolore ti porta con se, e basta davvero un nonnulla, come una frase, un tramonto, una particolare luce della sera, un frangente, un odore, una semplice voce, e ti ritrovi perso in quel mondo del ricordo e di quello che è stato, con le lacrime che ti solcano il viso e tu che ti affretti a dire che “non stai piangendo. Ti è solamente entrato qualcosa dentro l’occhio. Forse un ricordo“.

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