Una vita fa, un tempo che non riconosco più...

Una vita fa - Un tempo che non riconosco più

Una vita fa era tutto così diverso, ed ero io stesso così diverso, spensierato, sereno, senza troppe “paturnie”. E troppe cose mi ritornano…

Una vita fa era tutto così diverso, era tutto così magico, era tutto così splendido e particolare: era un tempo in cui ogni cosa era al suo posto, in cui ambivo a grandi cose per il mio futuro (e non solo), e credevo realmente possibile pensare ad un tempo migliore, in cui, finalmente, era realmente felice e realmente vedevo realizzati i miei sogni.

Una vita fa… Che ricordi…

Ricordo bellissime giornate e splendidi pomeriggi trascorsi a guardare le foglie che correvano via, alla velocità del vento, spazzate da timidi sprazzi d’autunno, che divenivano la pioggia dell’inverno, il primo, timido, sole di marzo, e l’azzurrità del cielo di luglio. E si, riuscivo ancora a sentire l’odore dell’estate, la magia delle sere, quando camminavi alla ricerca di un po di refrigerio, e potevi ancora guardare la luna e le stelle, e pensare che terminava un altro giorno che ci vedeva, in qualche modo, insieme, uniti in uno stesso destino, in una stessa storia, in uno stesso progetto da portare avanti insieme…

Sentivo intorno a me, dentro me, la forza di chi ama e viene amato, la forza dell’esserci, la forza del riuscire a sentirci maledettamente forti insieme: era tutto così magico, come i colori dei palazzi, delle cose, delle auto, degli alberi. Ricordo la gioia di cose semplici, la gioia di quel poco che per noi era tantissimo.

Mi rimangono solo le lacrime e il ricordo sanguinante di quel che tempo che non può tornare, e nonostante so che doveva andare così, e che dovrei essere felice di aver avuto una “via di fuga”, mi manca quel calore, mi manca quella vita che scorreva. Mi manca il silenzio che ci univa, quelle risate così sceme e così particolari.

Non poteva andare, non poteva continuare, non ci sarebbe stato un futuro, ed io non sono riuscito a salvare quel buono che c’era rimasto, e mi ripeto che doveva andare in questo modo, e mi ripeto che se ci fosse stato veramente l’amore millantato per anni, adesso, sarebbe realmente tutto diverso, ma tutto questo non riesce a non farmi mancare quelle istantanee, nonostante so – ripeto – che, per come si sono evolute le cose, non sarebbero tornare uguali lo stesso…

…Eppure, manca quel senso di calore che mi abbracciava in quei meravigliosi pomeriggi… Eppure mi manca l’odore dei dolci e il benvenuto di un’amica con la coda ed i baffi, così come mi manca, adesso, pensare al futuro, ora che tutto sarebbe diverso, ora che il sogno si sarebbe potuto avverare.

Quel sogno avrà un altro finale, che non conosco, che non so qual’è, che nemmeno riesco ad immaginare: adesso, si che potrai sovrapporre le nostre emozioni e il futuro che mi hai strappato dalle mani, insieme al passato che – furiosamente – hai preteso di cancellare, a quelle di chiunque altro, anche perché, davvero, non c’è rimasto niente. Un po per te, un po per me, un po non so neppure per chi, ma adesso sei libera di volare nel tuo cielo d’oscurità: le catene non le hai più, e pure io, verosimilmente, ho perso le catene che mi legavano a te, prima, e al dolore che mi hai lasciato poi.

Adesso sei padrona di volarti dall’altra parte quando mi vedi, anche perché non siamo realmente più nulla di nulla: non ho neppure voglia di sforzarmi a pensare che possa essere diversamente, ma è talmente personale quel che sento, quel che ho provato, e la lenta agonia di quel coltello con cui hai ucciso la nostra vita insieme, che non posso non pensarci, come non posso non pensare al fatto che, nonostante tutto, nonostante te, nonostante voi, qualcosa mi manca.

Forse, mi manca semplicemente quello che hai ucciso. Perché, purtroppo, questa sei tu.

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