“Drive In”, la “mercificazione” e le balle agli Italiani

L’Italia, si sa, è un paese da sempre abitato da personaggi a dir poco bislacchi, capaci di grandi cose e di totali piccolezze, capaci di rendersi dei veri “pinocchietti“, pronti a strumentalizzare ogni minima cosa possa ricondurre a questa o quella corrente politica, segnalando ciò che accade come uno strano complotto voluto dal nemico.

Di quaquaraquà ce ne sono fin troppi nel Bel Paese: l’ultima polemica, montata proprio in questi giorni, riesuma, nientepopodimenoche, il “Drive In“, la famosa trasmissione andata in onda su Italia Uno negli anni Ottanta, “tacciandola”, manco a dirsi, di essere la “causa primigenea” della mercificazione televisiva del corpo femminile. Proprio su questo argomento, giusto qualche sera fa, è andata in onda una puntata di “Matrix” in cui è stata riproposta una puntata del famoso show, a cui sono seguite le libere opinioni degli ospiti in studio.

Ebbene: sapete, “gira, vota e firrìa“, come si dice a Palermo, di chi è la colpa? Ma manco a dirsi: di Silvio Berlusconi!

Un programma come “Drive In”, infatti, non sarebbe mai potuto andare in onda sulla casta e puritana TV di Stato di quel periodo! La TV Commerciale, invece, ha dato agli Italiani ciò che gli Italiani hanno sempre voluto vedere: una realtà forse meno intrisa di obsoleto, nostalgico, incrostato perbenismo e ben più diretta, maggiormente al passo con i tempi!

In fondo, non era certo novità che la TV privata usasse il corpo femminile e le nudità per fare ascolto: memorabile il caso di Pippo Trevis e della sua arcinota trasmissione, senza contare i filmetti davvero hard che andavano in onda ad ora tarda sulle emittenti locali, nascenti realtà oggi divenute routine!

E allora, prima di sparare le solite “strunzate“, non sarebbe meglio documentarsi, e magari parlare meno? O forse la si vuol dare a bere al povero telespettatore che, secondo alcuni, è davanti al televisore a farsi imbottire, staticamente, di tutte le crerinate che gli vengono propinate?

Anni fa, qualcuno aveva già sperimentato una teoria sociologica simile: si trattava della “Teoria dell’ago ipodermico“, noto caso di studi universitari per gli “addetti ai lavori”. Sul finire degli anni Trenta, infatti, un esperimento portò alla creazione di questa particolare teoria: le trasmissioni radiofoniche americane, infatti, furono sospese da un notiziario che annunciava l’arrivo degli alieni. In realtà, si trattava solo di un esperimento basato sulla narrazione de “La guerra dei mondi“, di Orson Wells, ma i risultati ci furono eccome: suicidi di massa, interi stati in fuga, panico generale.

Direi che non siamo più ai tempi di Orson Wells, e lo spettatore medio è abbastanza furbo ed intelligente da sapersi fare quattro conti da solo: evitiamo, quindi, la critica politica ad ogni costo, con buona pace dell’Ago Ipodermico e della sua teoria, caduta in disuso pochi anni dopo ed abbandonata perchè definita “Socialmente Apocalittica”… E vorrei ben vedere!