Facebook e Google pronte alle "notizie a pagamento" in Italia

Facebook e Google pronte alle notizie a pagamento in Italia

Facebook e Google sono pronte: manca davvero poco all’introduzione, anche in Italia, delle “notizie a pagamento”. Scopriamo insieme tutti i dettagli.

Facebook e Google sono pronte ad introdurre le “notizie a pagamento” anche in Italia: la notizia, di cui abbiamo abbondantemente parlato nelle scorse settimane, sta già rimbalzando sui Social creando non poche polemiche.

Ad avallare il Social di Mark Zuckerberg, dieci partner che forniranno, appunto, informazione a pagamento seguendo due distinte formule: nel primo caso, sarà possibile leggere gratuitamente un determinato numero di articoli che sceglieranno gli editori. Nel secondo caso, invece, saranno gli editori a decidere quali contenuti rendere liberi e quali rendere disponibili dietro pagamento.

Da notare come l’argomento interessi non poco gli editori, visto che – lo ricordiamo – il 100% dei ricavi andrà a loro, senza che Facebook intervenga in maniera alcuna: tra le altre cose, sono stati annunciati anche provvedimenti a tutela delle “fake news”, attraverso aziende di fact checking che opereranno anche nel nostro Paese.

Sul versante Google, invece, le cose stanno in maniera un po diversa: se prima era Google a decidere che solo tre notizie erano leggibili gratuitamente, adesso permette ai singoli editori di scegliere il numero di notizie da rendere disponibili gratuitamente prima che si passi al pagamento. Google ha ribadito che:

Intende aiutare gli editori a raggiungere nuovi lettori, far crescere gli abbonamenti e i ricavi sviluppando una suite di prodotti e servizi. Sebbene le ricerche mostrino che le persone stanno cominciando ad abituarsi a pagare per le notizie, talvolta la macchinosità del processo per attivare un abbonamento può rappresentare un disincentivo e ovviamente questa non è una buona notizia per gli editori di news che vedono negli abbonamenti una fonte di fatturato di crescente importanza. L’obiettivo dell’azienda è far si che gli abbonamenti funzionino in modo semplice ovunque e per tutti.

Resta da capire, alla resa dei conti, se davvero gli utenti saranno disposti a sborsare dei soldi per leggere le notizie o se tale iniziativa sarà una vera “miniera d’oro” per i siti d’informazione gratuita… Manca poco e lo scopriremo!

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