Sembra che il sacrificio sia un’entità che, nel mondo attuale, divenga sempre più astratta e sconosciuta: ma è sempre così?
Il sacrificio, questa entità sempre più sconosciuta ai più, che sembrano quasi disconoscere il significato del sudore e della fatica per raggiungere un risultato concreto e tangibile, per arrivare ad una meta ambita, che permetta di godere un risultato raggiunto con forza e fortemente voluto, godendo della soddisfazione pura di avercela fatta.
Ma è davvero così? Realmente, ormai, si è perso il valore del sacrificio, del lottare per qualcosa, dell’investire forze e sacrifici in qualcosa? Io penso, tendenzialmente, di no: conosco tanti bravi e promettenti giovani che, ogni giorno, lottano con estremo sudore ed estrema dedizione per la propria causa personale, per vivere la vita di ogni giorno, e/o, semplicemente, per sbarcare il lunario e rendere contenti se stessi e gli altri, specie quando gli altri sono clientele esigenti, che ti danno fiducia ma pretendono – come è stragiusto che sia – il massimo del tuo impegno e delle tue conoscenze da mettere in campo in loro aiuto!
Io stesso, ad esempio – e parlo senza volermi incensare – capisco il valore dei sacrifici, perché ogni santo giorno, come penso accada a tante altre persone, lotto per una personale perfezione professionale e non solo: pretendo di dare sempre il massimo, e mi incavolo quando mi rendo conto che, per un motivo o per un altro – che, quasi sempre, non dipende mai dalla mia stretta volontà – ciò non può accadere, perché ritengo un simile evento una vera mancanza di rispetto verso me stesso, ma, sopratutto, verso gli altri che ho intorno.
E’ anche vero – e non si può non sottolineare – che, altresì, conosco persone che non solo non sanno cosa sia un sacrificio, ma non conoscono nemmeno il senso della responsabilità e del dovere, ma compatisco costoro, perché, in fondo, non sapranno mai cosa significa lottare con il sudore per raggiungere una meta, e, un bel giorno, poter dire di avercela fatta!