Italia che si ferma al palo delle Lauree: sempre meno laureati e situazione peggiore, come sempre, al sud. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Italia al palo (anche) sul tema delle Lauree: l’OCSE sforna dati decisamente indecorosi, che fotografano una realtà praticamente tragica per i laureati italiani. Citando il recente rapporto denominato “Strategia per le Competenze”, si apprende, infatti, che:
Solo il 20% degli italiani tra i 25 e i 34 anni è laureato rispetto alla media Ocse del 30%. Inoltre, gli italiani laureati hanno, in media, un più basso tasso di competenze in lettura e matematica.
Se non bastassero i paradossi del nostro Paese, scopriamo che l’Italia è l’unico Paese del G7 in cui la quota di lavoratori laureati in posti con mansioni di routine è più alta di quella che fa capo ad attività non di routine. E’ quella che gli inglesi chiamano “dialogo tra sordi”, e si ha quando le competenze non sono in linea con la mansione.
E non basta ancora:
Sorprendentemente, malgrado i bassi livelli di competenze che caratterizzano il Paese, si osservano numerosi casi in cui i lavoratori hanno competenze superiori rispetto a quelle richieste dalla loro mansione, cosa che riflette la bassa domanda di competenze in Italia. I lavoratori con competenze in eccesso (11,7%) e sovra-qualificati (18%) rappresentano una parte sostanziale della forza lavoro italiana.
E se ancora non dovesse bastarvi, paradossi su paradossi:
Circa il 35% dei lavoratori è occupato in un settore non correlato ai propri studi.
Le cose vanno meglio al sud? Ma quando mai:
L’Italia, negli ultimi anni, ha fatto notevoli passi in avanti nel miglioramento della qualità dell’istruzione, ma forti sono le differenze nelle performance degli studenti all’interno del Paese, con le regioni del Sud che restano molto indietro rispetto alle altre, tanto che il divario della performance negli standard internazionali di valutazione tra gli studenti della provincia autonoma di Bolzano e quelli della Campania equivale a più di un anno scolastico.
C’è già abbastanza per vergognarsi ed indignarsi. Viene solamente da dire “Povera Patria”. Davvero, non viene da aggiungere nient’altro…