Le mie memorie radiotelevisive locali, quando la TV era amatoriale, certo, ma decisamente ben più genuina e vera di oggi. Senza alcun’ombra di dubbio.
Le mie memorie radiotelevisive locali: un viaggio a ritroso nella radio e nella TV che fu.
Qualche giorno fa, in uno strano pomeriggio di “vuoto” da impegni personali di ogni tipo, mi è capitato tra le mani un prezioso regalo di un po’ di tempo fa. Si tratta di un libro a cui tengo moltissimo: “Prove tecniche di trasmissione”, di Lucio Luca, Pietro Vittorietti Edizioni.
Quando questo libro uscì, nel 2006, non riuscii immediatamente ad accaparrarmene una copia: così, ricordo alla perfezione che mi fu regalato ben sei anni più tardi, dopo averlo cercato in lungo ed in largo in ogni dove. Tengo particolarmente a questo libro che racconta la storia dell’emittenza radiotelevisiva locale palermitana.
Personalmente, sono sempre stato un amante di questo genere di cose: nonostante la mia età sia relativamente giovane, infatti, ho ricordi precisi di “Blue Night”, con il compianto Pippo Trevis, e di Tele Sakura con il suo famosissimo “Video Tabù”, che ha fatto venire i calli alle mani a chissà quanti palermitani dell’epoca, per non parlare delle occhiaie!
C’è da dire che, a conti fatti, bazzico l’emittenza radiotelevisiva da quando avevo quattordici anni, anno in cui ho iniziato a fare lo speaker radiofonico, logicamente in forma non professionale, ed in questi anni ho potuto, chiaramente, assistere all’evoluzione delle TV e delle radio private a Palermo, analizzando come il progresso tecnologico, di fatto, stia quasi facendo “tabula rasa” delle aziende radiotelevisive storiche di questa città, piegate non soltanto dalla crisi, ma anche dalla continua evoluzione tecnologica richiesta. Trattandosi di piccole aziende, tra l’altro in piena crisi, non è decisamente detto che riescano a stare appresso a tutto quel che è necessario per continuare le trasmissioni secondo i requisiti di Legge, dal momento che, per far ciò, sono necessari investimenti di capitale importanti, che sono sempre più rari da trovare mancando una seria raccolta pubblicitaria, e, di fatto, mancando investitori ed inserzionisti, specie in un momento così complicato!
Eppure, altro che Digitale Terrestre, altro che Alta Definizione, altro che “Standard H265”: “ai miei tempi”, come esordiscono gli anziani, c’era TROG, Tele Radio Olimpo Giove, dal nome dei due figli del proprietario, il signor Morana. I palermitani con qualche anno in più, ricorderanno perfettamente la tragedia che colpì il proprietario di TROG, quando il figlio, Giove, morì per una scarica elettrica, ed ogni anno, il 12 novembre, le trasmissioni venivano sospese, e al loro posto compariva un laconico monoscopio con la scritta “le trasmissioni sono sospese per commemorare il nostro amato Giove”.
Ma, sempre ai miei tempi, c’erano le aste di Pippo Biondo su TeleRegione, che dalla mitica Via Guido Jung irradiava le sue aste televisive, con un linguaggio e dei tormentoni che, senza dubbio, hanno fatto la storia dell’emittenza locale. Memorabile il suo “squillaaaa!”, con annessi cazziatoni ai telespettatori che non ne volevano sapere di aggiudicarsi il lotto in vendita!
Era tutto diverso: altro che mega antenne televisive, altro che mega segnale! Quando ti andava bene, vedevi qualcosa o non la vedevi nemmeno, oppure vedevi tutto disturbato, a righe o con il famoso “effetto neve” tipico della bassa ricezione dei televisori di allora. Eppure, la TV la seguivamo ugualmente e senza neanche troppe storie!
E poi, c’è quel mondo a me tanto affine: parlo della radio, in cui, a dire il vero, emittenti storiche riescono ancora a sopravvivere, seppure tra grandi difficoltà: qui, a dispetto della televisione, il cambiamento tecnologico è presente, ma, probabilmente, avverrà in tempi più dilatati, ma non pensiate che le cose vadano tanto meglio. Per tanti piccoli imprenditori, infatti, non sempre fila tutto liscio, e i tempi attuali rendono tutto più complicato!
Insomma, è cambiato davvero tanto, ma è proprio grazie a quei pionieri dell’etere locale se oggi possiamo fruire di contenuti di qualità sicuramente maggiore, al netto di ovvie eccezioni, e possiamo avere tanta scelta radiotelevisiva tale da accontentare i palati più diversi: la mia mente, però, torna ai vari “Io vedo CTS”, il signor Calogero da Agrigento, e tutti coloro che hanno fatto grande la storia della TV locale a Palermo e ci hanno regalato tante ore di spensieratezza e risate.
È tempo di chiudere il libro: si è fatto tardi. Però mi sembra ancora di sentire una voce lontana gridare “portami a lanna, curnutu i to nanna!”. Sarà un bruscolino di ricordi che m’è rimasto nelle orecchie!