Palermo sembra essere, sempre più, una vera città “reietta”, dove ciò che al Nord è realtà da anni, arriva con decenni di ritardo. Ecco cosa ne penso.
Qualche giorno fa, da buon amante della tecnologia – oltre che da esperto del settore (un po, quindi, anche per “deformazione professionale”) – stavo tentando di capirne di più sulla nuova Fibra 300 di Vodafone, che permette velocità praticamente inaudite e, verosimilmente, mai viste nel nostro Paese.
Beh, a giudicare dai feedback della rete, cavolo se funziona: leggendo, tuttavia, ho subito dato sfogo alla mia frustrazione e rassegnazione, sapendo benissimo, senza neppure proseguire nella lettura, che Palermo non è, e non sia per quanto tempo ancora “non sarà”, servita da tale servizio.
Ora, mi posso incazzare?
Recentemente, la fibra ottica è arrivata nel Capoluogo, e dobbiamo ancora dire grazie, visto che la Fibra disponibile a Palermo è quella che parte dall’armadio di strada: pensare che in posti come Milano, la fibra arriva direttamente in casa in forma “nativa”, senza allungamenti “in doppino” come avviene a Palermo, e già da oltre dieci anni. E ora la Vodafone, la cui fibra a 300 Mega è disponibile, guarda caso, solo a Bologna, Milano e Torino, e non si sa nemmeno se e quando la vedremo in quel di Palermo.
Sapete che c’è? C’è che mi sono rotto!
Mi sono rotto le palle di vivere in una città reietta, tra le ultime ad essere considerata, tra le ultime a ricevere tecnologie già attive da anni al Nord, tra le ultime a rendersi moderna: ad esempio, tra qualche mese prenderà vita la Carta d’Identità Elettronica, ma per Palermo se ne parlerà nel 2018, quando, probabilmente, in altre città sarà già la consuetudine.
C’è che sono stanco: sono stanco di tutto questo, sono stanco di vedere che la mia città è sempre in fondo alle classifiche, sempre ultima ad essere presa in considerazione, mentre il malcontento alberga e i giovani scappano a gambe levate.
Ancora oggi, purtroppo, anche se mi sforzo, non riesco, decisamente, a dar loro torto…