Perdonare, dimenticare... A volte, come si può?

Perdonare dimenticare A volte come si può

Perdonare e dimenticare sono due mondi estremamente difficili da concepire: a volte, è realmente quasi impossibile passare su determinate cose…

E’ risaputo che chi sa perdonare e chi sa dimenticare, in qualche maniera, ha una marcia in più, non soltanto per il grande spessore psicologico e morale che dimostra di avere, ma anche perché, in qualche maniera, può ritenersi una persona forte. E’ facile: in fondo, se sai perdonare, di certo sai passare sopra tante cose, e, in qualche maniera, preservi la tua salute da tante, stupide, inutili beghe che, in fondo, non fanno altro che farti perdere del tempo in maniera assolutamente improduttiva.

Tutto questo, almeno per filologico e teorico, funziona alla perfezione: peccato che nella realtà le cose vadano decisamente in maniera diversa. E’ risaputo che, anche se ci si mette d’impegno, passare sopra, perdonare, dimenticare, far finta di niente, ripartire, è veramente qualcosa di estremamente complicato e difficile, sopratutto quando in gioco ci sono situazioni di dolore gratuito, che, magari, qualcuno ha deciso di “regalarci” senza pensarci troppo su.

Partendo dal principio che di certi regali si potrebbe, e si dovrebbe, far volentieri a meno nella vita, nasce un problema di chiara difficoltà obiettiva con cui, in qualche maniera, si deve farei conti: sei li, tenti di passarci sopra, tenti di dire “vabbè, ma è passato in fondo, ormai me lo sono lasciato alle spalle”, ma una voce interiore ti fa ricordare quante lacrime hai versato senza che nessuno venisse ad asciugartele, quanti pomeriggi hai trascorso attendendo una voce, una telefonata, un citofono che suonasse, un volta che facesse capolino dall’angolo del palazzo. E invece nulla: solo dolore, solo lacrime, solo silenzio.

Perdona gli altri, non perché essi meritano il perdono, ma perché tu meriti la pace. (Buddha)

Qualcuno dice che il perdono non deve essere un regalo da fare agli altri, ma solamente a se stessi, per avere la consapevolezza di essere più forti, più grandi e più maturi di chi ci ha fatto del male: teoricamente – lo ripeto – non fa una piega, ma andateglielo a spiegare voi al cuore che il cervello registra e non dimentica…

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