Sessualità, dai coccodrilli una speranza contro l'infertilità

Sessualità - Dai coccodrilli una speranza per l'infertilità maschile

Sessualità a rischio per infertilità? Dai coccodrilli potrebbe arrivare la soluzione, e, in particolare, dal loro… Sperma! I dettagli.

Sessualità ed infetilità sono due parole che, com’è noto, non vanno molto d’accordo, anzi per niente: eppure, proprio nei casi di infertilità maschile, potrebbe esserci una soluzione, derivante dallo sperma dei coccodrilli.

Ne sono convinti i ricercatori della Newcastle University, secondo cui il “seme” del coccodrillo potrebbe contenere un gruppo di proteine estremamente simili a quelle umane, che permetterebbero agli spermatozotoi dell’uomo di riconoscere gli ovuli, dando così vita al concepimento, e donando, in questo modo, una speranza alle coppie disperate che non riescono a procreare.

Nella stragrande maggioranza dei casi di infertilità maschile, infatti, è presente un difetto dello sperma, che non lo rende adatto all’incontro con la cellula femminile e ai successivi meccanismi successivi che portano alla creazione della vita, dal momento che, di fatto, non è in grado di nuotare, diciamo così, verso l’ovulo: i coccodrilli potrebbero fare la differenza, dal momento che il loro sperma contiene una proteina simile a quella umana, che potrebbe essere utilizzata sull’uomo per risolvere il problema!

Problema sempre più sentito e sempre più “pesante”: i recenti dati forniti dai ricercatori dipingono una situazione a dir poco inquietante. Si calcola che il 10% della popolazione maschile USA non sia fertile, e ciò fa capire come il problema coinvolga oltre 6 milioni di persone, che magari vorrebbero poter avere un bambino ma non riescono in alcuna maniera.

I ricercatori commentano:

Speriamo di usare il coccodrillo come modello per comprendere le funzioni dello sperma a livello basico e vedere se possiamo applicare questa scoperta nel trattamento della sterilità nella nostra specie. Durante i test è stato raccolto lo sperma di vari esemplari di coccodrillo, per poi incubarlo in condizioni simili a quelle dell’apparato riproduttivo femminile. In questo modo gli studiosi hanno identificato un interruttore chimico, presente negli esemplari femminili, che contribuisce all’attivazione delle proteine.

Insomma: speriamo che si apra davvero una speranza per tutti coloro che desiderano un figlio ma che non riescono, in nessun modo, ad averlo. Tanti auguri!

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