Stiamo vivendo la storia. Stiamo scrivendo la storia. Ed è davvero impossibile non rendersene conto, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo.
Stiamo vivendo la storia. Stiamo scrivendo la storia. Ed è una realtà sotto gli occhi di tutti.
Quando ieri sera ho sentito questa notizia, mi sono subito reso conto della portata PLANETARIA che la morte della Regina Elisabetta avrebbe avuto.
Nessun preavviso: in fondo, fino a stamattina andava tutto bene, e fino a due giorni fa si era vista in giro, e niente lasciava presagire il finale, sebbene le notizie – che si rincorrevano di minuto in minuto – facevano già capire come sarebbero andate le cose. Immaginate, ad esempio, Carlo: ieri mattina si è alzato ed era tutto normale, e prima di cena è diventato IL NUOVO RE. Non fa paura solamente a pensarci?
La realtà, cari amici, è che noi, noi che siamo QUI E ORA, stiamo SCRIVENDO LA STORIA, VIVENDO LA STORIA: ricordo di aver provato simili sensazioni con la morte di Giovanni Paolo II, con la rinuncia di Ratzinger, con l’elezione del nuovo Pontefice, ma anche con tanti eventi tragici, i terremoti, le guerre… E credetemi: avere la sensazione che la storia ti sta scorrendo addosso, che i tuoi occhi stanno VIVENDO cose che i tuoi figli leggeranno sui libri di scuola, ti mette in un certo senso paura, in un certo senso quasi inquietudine, quasi un senso di estraneazione, e non riesci a capire cosa senti davvero, ma è quasi un mix di cose tutte insieme. Vi assicuro, è strano, è stranissimo.
“La storia siamo noi”, cantava De Gregori: eppure, mi guardo in giro e sento che le pagine che si stanno scrivendo in queste ore, si stanno creando sotto i nostri occhi. Con i nostri occhi stiamo vivendo il futuro, stiamo scrivendo il futuro, stiamo assistendo al futuro, ed osservando il cambiamento, il tempo che passa e si crea, e tutto quello che accadrà e racconteremo ai nostri figli.
Per poter dire, anche noi, IO C’ERO.