Web nocivo per la propria privacy? Un pulsante ci permette di sparire completamente dall’etere virtuale. Scopriamolo insieme.
Web e privacy, da sempre – ma ultimamente in particolare – non vanno molto d’accordo: ci ritroviamo zeppi di informazioni e di dati del quale vorremmo disfarci, ma, magari, non sappiamo come. Non è come distruggere dei documenti con un tritacarte: la privacy sul Web è una cosa delicatissima, sopratutto quando i nostri dati continuano a vagare di server in server, e vorremmo impedire tale movimento, o, più semplicemente, se ci appelliamo al sacrosanto diritto di sparire, una volta e per tutte, dalla faccia del Web. Niente Social, niente pagine, niente di niente.
Proprio in quest’ottica, da qualche settimana, è stato creato un Sito Web ad hoc, chiamato “Deseat Me”, il cui compito è proprio quello di mettere in pratica quello che potremmo definire “diritto all’oblio“: il funzionamento è semplice. Si accede al sito, ci si logga tramite il proprio account Google, e, come per magia, il sito fornirà tutti i servizi e gli account aperti con relativa possibilità di chiuderli, permettendo di accedere agevolmente alle pagine di cancellazione account dei vari servizi, che, come sappiamo, spesso sono ben nascoste o parecchio difficili da trovare.
Sempre più spesso, infatti, gli utenti del Web si sentono, loro malgrado, “in trappola”, racchiusi in un meccanismo più grande di loro dal quale è difficile liberarsi: è come se il Web, talvolta, limitasse la propria libertà personale, impedendo di tornare al proprio anonimato, ad una situazione precedente, che, talvolta, appare difficile da ripristinare. E’ pur vero che questa trappola sembra funzionare a livello principalmente “psicologico”, dal momento che molti utenti, ad esempio, vorrebbero disfarsi dei propri account online, ma la sola idea scatena in loro sensi di colpa e tristezza, perché, in qualche modo, andrebbero a cancellare dei “ricordi digitali”.
Insomma: per quanto difficile possa sembrare, anche dietro la tecnologia c’è sempre un lato umano, che, talvolta, è proprio quello che fa la differenza!