"Io speriamo che me la cavo" (1992 - Di Lina Wertmüller con Paolo Villaggio)


Uno dei miei film preferiti , che vedrei e rivedrei milioni di volte !
E’ l’emozionante storia , tratta dall’omonimo libro , di un maestro , Marco Tullio Sperelli , interpretato da un’eccellente Paolo Villaggio (a mio parere , una delle sue interpretazioni meglio riuscite , non solo per la caratterizzazione del personaggio , ma anche sul piano umano ed emotivo) , che per un errore del Provveditorato agli Studi viene trasferito a Corzano , piccolo paesino in provincia di Napoli .
Sperelli si troverà a fare i conti con una realtà fino a quell’istante totalmente sconosciuta , ma avrà modo di crescere interiormente : quest’esperienza , infatti , lo farà “crescere interiormente” , insegnandogli valori che forse lui stesso non riscopriva da tempo !
Le prime lezioni del Maestro Sperelli sono a dir poco disastrose : la realtà che lo circonda di certo non lo aiuta , e quindi si ritrova a dover far lezione con appena tre bambini in classe . Quindi , per il principio secondo cui “Se la montagna non va da Maometto , Maometto va dalla monatagna) il Maestro decide di rimboccarsi le maniche ed andare a “prelevare” lui stesso gli alunni lungo i vicoli antichi e scogniti , che fanno da scorcio ai tipici paesaggi campani .
Tutto sembra andare , più o meno , per il meglio , ma l’esperienza del maestro viene turbata da un ceffone dato ad un alunno in un impeto di rabbia : dopo averci riflettuto , Sperelli chiede trasferimento . Ma l’episodio del ceffone è solo un “pre – testo” verso tutta una serie di avvenimenti che porteranno il Maestro Sperelli a crescere interiormente , e sopratutto a convivere con la difficile realtà che lo circonda . Pregato dalla madre del bambino di non lasciare il paese , una sera , è lo stesso bambino che aveva ricevuto il ceffone , Raffaele , a chiedere aiuto al maestro , per portare la madre all’ospedale . Nonostante la dura opposizione , e l’estrema indifferenza dei medici , il maestro “fa sentire la sua voce” ottenendo cure rapide per la signora .
Quando ormai il Maestro capisce che è quella la città dove vuole insegnare , arriva , definitiva , la notizia del trasferimento , e una frase , detta proprio dal piccolo Raffaele , conclude il film : “… Io , speriamo che me la cavo !”

Una delle interpretazioni meglio riuscite di Paolo Villaggio , coadiuvate dalla splendida ed impeccabile regia di Lina Wertmüller .

28 Commenti

  1. Sì, divertente!
    Villaggio non è uno dei miei attori prferiti però ammetto che ha saputo interpretare molti personaggi che in fondo per certi versi potrebbero somigliare a qualcuno sul serio!
    Buongiorno Giomba:) un bacio anche a te!

  2. Concordo con te. Paolo Villaggio in questo film è riuscito a staccarsi dal suo personaggio di Fantozzi, mettendo in luce le sue grandi doti interpretative. Io però che ho letto prima il libro, il film in generale non mi ha tanto colpito.

  3. Ciao Daniele, come ti stai preparando per il festival di Sanremo?
    Non sarebbe male che noi musicisti facessimo una tavola rotonda per discutere sulla qualità della musica che il festival ci propone quest’anno.
    Un baciotto:-*

  4. bello questo film, l’ho visto non so quante volte. alcune scene sono state girate nella mia città natale (Taranto), e più precisamente a Taranto “vecchia” perchè molto simile a Napoli. saluti

  5. Siiiiiiii ! Me la ricordo ! La parte in cui il bambino scrive il tema : “ho il tetto tutto sgarrupato , la casa tuta sgarrupata e certe volte mi sento sgarrupato pure io” :-D

    Fortissimo :-D Bacio :-*

    NUOVO POSTTTTTTTT !!!!!!!!!

  6. ciao, pure a me è piaciuto molto… dopo diversi anni di Fracchia e Fantozzi doveva essere per Villaggio la rivelazione di attore anche drammatico, ma la critica lo ha definito mediocre e non ha suscitato granchè interesse ai produttori a continuare con quel genere di film per Villaggio… è stato un bel progetto, che però è svanito lì… la storia toccante, di un quartiere napoletano con i problemi della strada e questo maestro scaraventato dal nord, e che si ritrova in un’altra Italia a lui sconosciuta… a me è piaciuto molto, lo rivisto qualche anno fa, e ogni volta mi commuovo verso il finale quando Villaggio è sul treno e legge la lettera… grandi emozioni ma ai botteghini un flop, è quello che importa ora al cinema… meglio fare una schifezza ma vendere, che fare un film di qualità e tenerlo nascosto… non credi?

  7. Beh Peppe , in un certo qualmodo non ti posso dar torto … Anche se , comunque , al cinema è stato un flop , l’importante è che sia stato comunque un successo ricordato ancora oggi ! Quindi penso che , come tante cose , l’indice di successo al cinema sia sempre molto relativo ;-)

    Ora passo da te :-D

  8. per me è vita quotidiana quello che si racconta nel libro e nel film…sicuramente l’autore ha esasperato molte cose che comunque rientrano nella normale vita di una classe di scuola elementare meridionale,come quella dove insegno io!;)

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