L’ultima provocazione, in ordine di tempo, dopo quella del Reverendo Jones, di qualche mese fa, ci arriva dall’Africa: “Gesù era sieropositivo”.
A spararla grossa, un altro Reverendo: si tratta di Xola Skosana, convinto che “questo sia un messaggio di speranza per tutti coloro che soffrono per colpa della sieropositività”.
Aldilà del fatto che la cosa è parecchio discutibile,
il sermone pronunciato presso la “Luhlaza High School” ha infastidito non poche persone, fedeli compresi, che non hanno preso proprio bene le parole pronunciate: persino le alte gerarchie sudafricane si sono dette imbarazzate da queste parole.
E’ vero che in Sudafrica si conta il più alto numerodi sieropositivi al mondo: il Reverendo ha spiegato che il suo sermone è stata, di certo, una provocazione, ma voleva essere, almeno nelle intenzioni, un messaggio di speranza.
A seguito delle polemiche, tuttavia, lo stesso Reverendo ha pensato bene di chiarire le sue posizioni, affermando che “naturalmente, non c’è nessuna prova che dimostri che Gesù fosse sieropositivo”, e che Gesù non abbandona mai gli ultimi e i sofferenti. In Africa, infatti, l’HIV viene visto come una punizione di Dio per la promiscuità sessuale.
L’opinione pubblica, tuttavia, sembra essersi divisa: molti religiosi, infatti, danno ragione al Reverendo perchè “ha fatto capire che l’HIV non è un flagello di Dio ma una malattia da debellare”. Per altri, invece, ha esagerato: voi cosa ne pensate? Quali sono le vostre opinioni in merito? A voi la parola!
9 Commenti
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L’ultima provocazione: “Gesù era sieropositivo”…
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L’ultima provocazione: “Gesù era sieropositivo”…
L’ultima provocazione, in ordine di tempo, dopo quella del Reverendo Jones, di qualche mese fa, ci arriva dall’Africa: “Gesù era sieropositivo”. A spararla grossa, un altro Reverendo: si tratta di Xola Skosana, convinto che “questo sia un messaggi…
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L’ultima provocazione:…
L’ultima provocazione, in ordine di tempo, dopo quella del Reverendo Jones, di qualche mese fa, ci arriva dall’Africa: “Gesù era sieropositivo”. A spararla grossa, un altro Reverendo: si tratta di Xola Skosana, convinto che “questo sia un messaggi…
Beh, mi risulta che nessuno abbia il corpo di Gesù Cristo su cui effettuare degli esami, quindi nessuno può dire con certezza se avesse l’HIV o meno, magari l’aveva, magari no.
A mio avviso, un tale messaggio di speranza, di consolazione per gli affetti da questa terrificante malattia dovrebbe essere premiato, e se il vostro Gesù fosse qui, probabilmente sarebbe d’accordo, da quel che ho letto un aiuto ai malati, delle parola di consolazione non gli sono mai mancate, ma si sa, la chiesa è strana, dicendo di seguire ciò che c’è scritto nel Vangelo e i dettami di Dio, fa tutto l’opposto ;)
Forse, fare un giro in Africa e guardare gli occhi dei bambini affetti da HIV farebbe cambiare idea ad un bel pò di gente bigotta, o almeno così mi auguro…
Se, però, si evitasse di essere blasfemi, sarebbe anche meglio!
E’ blasfemia solo se pensi che lo sia.
Io la ritengo compassione, amore, generosità.
Ti dirò, mi piacerebbe conoscerlo, e sai quanto poco apprezzi il clero ;)
Il significato di “blasfemìa” è oggettivo, ed oggettivamente poteva usare parole meno piccàte!